É davvero un problema per me?

É davvero un problema per me?

Parto spesso dal presupposto che il Problem Solving è un processo creativo e in quanto tale, necessita di tempo, pazienza, concentrazione e mente libera.

Anche il cosiddetto “apprendimento per insight”, il classico lampo di genio dell’intuizione, è in realtà frutto di un processo cominciato molto prima.

Le soluzioni vengono costruite nella nostra mente mattone dopo mattone, fino a conseguire l’obiettivo senza azioni eclatanti, ma in modo armonioso e sostenibile.

In particolare c’è una cosa che mi sta molto a cuore condividere con i clienti durante le sessioni, che siano individui o gruppi, ogni qualvolta ci troviamo davanti a dei problemi che in qualche modo si insidiano nella nostra quotidianità.

Se stiamo troppo nel problema, pensandoci di continuo e rimuginandoci, non facciamo altro che far diventare più grande quel problema e con molta difficoltà riusciremo ad uscirne.

C’è una spiegazione neuroscientifica a tutto questo!

Il nostro cervello è economo: tende a risparmiare tutta l’energia possibile; la nostra capacità cognitiva è limitata e pertanto se stiamo sul problema, tutto quello spazio sarà invaso dalla dimensione che decidiamo di dare a quel problema.

Propongo spesso un metodo che definisco semplice da descrivere e complesso da mettere in campo.

Una sorta di mini processo organizzativo, che chiamo AOIO! Mi ricorda che se non lo utilizzo sono dolori 🙂

10% Accettazione, comprendo che ho un problema

20% Osservazione del problema: mi racconto il problema stando il più possibile sull’ambito descrittivo puro.

20% Interpretazione: mi chiedo “perché quello che osservo (o ascolto) è un problema per me”. Interpreto con i miei filtri percettivo quello che ho descritto.

50% Orientamento al risultato, oriento tutta la mia capacità cognitiva al conseguimento del risultato, ovvero alla visualizzazione dello scenario in cui quel problema potrebbe non esistere più e traggo spunto da tutti gli elementi che colgo durante la mia visualizzazione per mettere in campo azioni.

Trovo le prime tre azioni più semplici e comincio a farle 😉

Provateci e fatemi sapere!

Alla prossima

Davide

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Davide Etzi

Psicologo del lavoro e delle organizzazioni, Economista manageriale e dell’organizzazione aziendale, Executive Coach PCC ICF –  Founder di Humanev® (Persone, Processi e Profitti, per esseri Umani ed Evoluti)

Ci vediamo su LinkedIn: https://www.linkedin.com/in/davideetzi/

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