La perfezione è squilibrio! Profondo autosvelamento | Humanev®

La perfezione è squilibrio! Profondo autosvelamento | Humanev®

 

Sono più attivo sui social da poco tempo, ma con obiettivi precisi, legati sia alla sfera professionale che a quella personale.

Dal punto di vista personale ho realmente bisogno di un confronto autentico e poco filtrato con le persone.

Da un punto di vista professionale (che è molto legato a quello personale), ho la reale necessità di continuare a lavorare e farmi conoscere per quello che faccio da tempo, facendolo però lontano da ambienti stucchevoli e patinati che francamente mi hanno stancato.

Questo perchè sono sempre più convinto che nessuno possa davvero essere d’aiuto ad altri se non è passato per alcune specifiche tipologie di esperienze di vita percorrendo qualche tratto tortuoso ed in salita.

E quando dico questo mi viene in mente un grande imprenditore, con forte spinta umana e sociale che diceva che nessuno avrebbe mai potuto essere un bravo direttore del personale se non fosse prima passato dall’esperienza di un licenziamento.

Ecco, questa esperienza io l’ho fatta: tempo fa sono stato licenziato ingiustamente e semplicemente per motivi politici, per dirla elegantemente.  Si respirava un’aria politicamente pesantissima in quell’azienda, e non vi nascondo che ogni tanto la sera uscendo dall’ufficio, mi capitava di avere timore per la mia incolumità.

Più di uno qui tra noi conosce la vicenda, tra colleghi e collaboratori, mi è stato vicino, e ancora fa piacevolmente parte della mia vita.

Mi son trovato con due mutui da pagare perché forte della mia posizione professionale raggiunta avevo acquistato da solo e senza aiuti due case in due città diverse.

Tranquilli, non sono sprovveduto, col tempo, con pazienza e con dolore mi son fatto ripagare tutto con interessi, ho ripreso la mia carriera, sono entrato nell’azienda dei miei sogni, dando le dimissioni dopo qualche anno per cominciare ad essere un piccolo imprenditore.

Lì ho appreso la resilienza, la costanza e la perseveranza.

Mi è anche capitato di essere stato denunciato da una delle persone che più ho amato nella mia vita per via di uno stupido incidente mal interpretato partito da una (forse esagerata) preoccupazione per la sua salute fisica e mentale, ed è stata una guerra che mi ha trasformato profondamente.

Lì ho imparato a capire fino a dove può arrivare l’odio quando prima era amore, ho imparato poi il valore della pazienza e del perdono.

Ho avuto delle perdite traumatiche di persone che ancora oggi istintivamente prendo il telefono per chiamare, in particolare due di loro, per poi ricordarmi che: “ah, non c’è più”.

Lì ho appreso l’importanza del lasciare bei ricordi e del “godersi” le persone, ma soprattutto del non generare conflitti inutili.

Mi è capito poi  di essere portato col 118 in ospedale, stavo entrando in coma e sono stato operato d’urgenza, due interventi a distanza di pochissimo a dire il vero.

Ho appreso quanto è fondamentale prendersi cura di sé ed il valore della salute prima di ogni altra cosa.

E questo è uno dei motivi che mi hanno portato ad attivare senza indugio percorsi di  volontariato immediatamente all’inizio di  quest’emergenza sanitaria, per il meraviglioso personale sanitario del Policlinico di Milano.

Ci sarebbero altri due episodi, uno relativo ad un incidente durante un alluvione nel novembre del 1999 appena fuori Cagliari, dove mi son ritrovato immerso dall’acqua con la macchina che veninva trascinata via ed ho visto la morte in faccia, venendo poi  salvato dai mezzi di soccorso, e l’unico ricordo nitido di quel momento è che avevo appena acquistato dei libri nuovi di Diritto delle Comunità Europee ed Organizzazione Aziendale ed ero molto preoccupato di doverli salvare: che idiota!

L’altro è invece l’episodio dell’incidente alla gamba, che mi ha costretto fermo per sei mesi, col primo mese con un forse sulla ripresa normale della deambulazione.

Ecco gli ultimi due episodi qui sopra non mi hanno insegnato molto, se non che la sfiga ci vede benissimo ed è anch’essa democratica quasi più dei virus.

 

Adesso viene il bello:

Ho avuto anche tantissime fortune , ho avuto davvero TUTTO, grandi affetti, grandi amici, una grande famiglia, tutto grande eh, anche le imperfezioni.

Ho avuto la fortuna di poter fare tante esperienze di vita: viaggi, formazione e apprendimento, di vivere in diverse città.

Certe cose non avrei mai potuto comprenderle se non ci fossi passato.

E non mi arrogherei mai il diritto di confrontarmi col mondo in questo modo, da uomo e da professionista, non mi sarei mai permesso di presentarmi tra noi definendomi economista, psicologo e sociologo solo per le lauree o i titoli, se non ci fossero dietro alcuni tipi di esperienze e se non sentissi visceralmente quanto bisogno c’è di un certo tipo di professionalità a supporto delle persone e della società.

Non potrei mai essere d’aiuto a chi vuole scalare un percorso professionale se non avessi provato l’angoscia che si prova quando perdi potere ed improvvisamente ti senti da solo.

Non avrei strumenti per poter accompagnare chi desidera ad una posizione che nell’immaginario collettivo corrisponde a realizzazione, ad un ruolo, ad un’identità sociale che ti etichetta come “di successo”, nel senso che hai fatto – succedere le cose –

Volete sapere cosa si prova in quei momenti?

Immaginate di essere un bimbo di due anni a cui improvvisamente spengono la luce e chiudono la porta. E ti lasciano solo per qualche ora. Ti senti così. Tocchi il fondo, il buio.

 

E poi ti salvi  sì, se vuoi vivere o ti salvi, o ti salvi.

Cosa mi ha salvato? Te lo dico diretto e senza fronzoli:

Capire velocemente chi e quali sono le persone di qualità; i rapporti veri di quelli dove puoi serenamente darti feedback autentici, positivi e negativi.

Mi ha salvato lo studio, la lettura.

Ma soprattutto le dosi a quintalate di leggerezza, ma di quella leggerezza dove cominci a pensare che: “oh, sono davvero così scemo?”

Mi ha salvato imparare a gestire e compatire le persone ciniche, competitive, carrieriste senza scrupoli e sgamare le loro menzogne, le loro imperfezioni, smontando la loro spocchia da supereroi senza neanche dar loro la soddisfazione del dire – “fate i bravi perché io so” -, ma continuando a far finta di niente davanti le loro tristi drammatizzazioni, consapevole che avranno come epilogo una risata generale senza applausi.

Ma soprattutto mi ha salvato amare profondamente le persone finte ciniche, individuando il finto cinismo e spesso la causa retrostante ad esso; amare le persone iper intelligenti che facevano fatica nei contesti poco meritocratici, amare le persone che in generale sentivano di dover integrare delle parti di sé per poter stare bene e sentirsi in linea col mondo e sul pezzo davanti ai propri simili.

E infine amare le persone che hanno il coraggio di rendersi vulnerabili, capendo che quelle sono davvero le uniche forti e invincibili.

E poi l’amore!

Quello che non fa soffrire, quello libero e dai patti chiari, dalla comunicazione schietta e ruvida, quello dagli spazi reciproci e dal rispetto dei difetti reciproci.

Quello che per giornate non sai neanche se siete entrambi in casa ma sai che c’è e, se per caso non c’è, il cuore é sempre un po’ “in pena ”.

 

E a che ci serve sapere tutto questo? (direte)

Non lo so ho solo un messaggio da condividere:

La vita perfetta non esiste, ma qualcosa che assomiglia alla felicità e all’equilibrio sì.

Esiste qualcosa a cui tendere , un obiettivo da raggiungere, esiste quel modo di vivere cercando, senza ansia, di vivere razionalmente quella versione migliore di te.

Alla fine, la vita dovrebbe essere un viaggio piacevole, e dal mio punto di vista più percorriamo quel cammino visualizzando i dettagli di quella versione, più diventa piacevole.

È più diventa piacevole più ci rendiamo conto che la vita felice non ha a che fare con la perfezione, ma al contrario, è più vicina sensazione gratificanti di nutrimento , “pienezza” (passatemi il termine), gioia, autoironia, imperfezione.

L’equilibrio se ci pensiamo bene è molto distante dalla perfezione.

É come se immaginassimo un asse con due pesi dove perfezione ed imperfezione stanno alle rispettive estremità.

L’equilibrio, la serenità e la felicità la otteniamo con un perfetto bilanciamento ed un effetto leva tra perfezione ed imperfezione.

Ad un certo punto della nostra esistenza, dovremmo tutti smettere di pensare alla vita perfetta e cominciare a lavorare seriamente per portare tutto a galla e plasmare tutti i pezzi come li desideriamo, accettando le meravigliose ed umane imperfezioni, creando di fatto un “perfetto” equilibrio.

Nella foto io ed il mio alter-ego, quello che mi tiene in equilibrio, che ha le corna, e chissà, probabilmente anch’io; perchè se c’è una verità assoluta oltre al fatto che la vita un giorno finirà, è

è che le corna sono democratiche, così come la sfiga ed anche più dei virus: colpiscono almeno una volta, proprio tutti, anche a nostra insaputa, così  com’è accaduto ad alcuni politici

Grazie a chi si è connesso ed ha sentito queste parole.

Alla prossima

Davide

 

Davide Etzi

Psicologo del lavoro e delle organizzazioni, Economista aziendale, Executive Coach PCC ICF –  Founder di Humanev® (Persone, Processi e Profitti, per esseri Umani ed Evoluti)

Ci vediamo su LinkedIn: https://www.linkedin.com/in/davideetzi/

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