Algocrazia, populismo e società frammentata.

Algocrazia, populismo e società frammentata.

Con le ultime “vicenduzze”, stiamo avendo la conferma definitiva che i media sono in grado di dire tutto ed il contrario di tutto, influenzando in modo sostanziale il credo popolare e l’opinione di massa. La storia insegna, non solo Briatore, in effetti.

I social media e la tecnologia ci offrono oggi la possibilità di essere connessi agli altri, e benedetta sia (la tecnologia) in questo 2020, che mi ha permesso di lavorare e divertirmi, nonostante tutto, durante il lockdown.

Ma c’è un altro effetto. Sempre più spesso interagiamo solo con persone che frequentano gli stessi spazi (virtuali), e che quindi condividono le nostre opinioni.

I contenuti vengono selezionati e curati da algoritmi che conoscono le nostre abitudini e idee e possono prevedere come reagiremo, contenuti che non fanno altro che ripetere le stesse cose in salse diverse, opinioni talmente condivise in alcuni gruppi che diventano fatti insindacabili, contenuti propagandistici orientati a riporre altrove le colpe di quello che sta succedendo, dove invece le vere ragioni sono da cercare internamente; contenuti orientati a creare false esigenze. E la cosa più grave è che sembra funzionare!

Fenomeno pericolosissimo!

Perché il rischio è quello di creare una società frammentata, in cui le opinioni diventano sempre più estreme. Ma una società frammentata è quanto di più anti politico, anti economico, anti VITA, che ci possa essere.

La domanda che mi ponevo ieri, mentre leggevo tutto ed il contrario di tutto è stata:

C’è davvero il rischio di trovarci, in un futuro non troppo distante, con una popolazione che non è più in grado di ragionare con forte spirito critico, comprendere che “la verità” è un fenomeno estremamente complesso e legato a processi emotivi cognitivi e sociali, e che non sarà in grado di contrastare un governo autoritario che mira a prendere il potere?

Ed è possibile che ci veda una stretta connessione col sistema capitalistico che ci è sfuggito di mano?

Ma questa è un’altra riflessione che mi piacerebbe condividere presto.

Alla prossima

Davide

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