"Il Tuo puntare alto!"
“Sto puntando troppo alto?”
Capita di farci anche inconsciamente questa domanda.
Me l’ha posta proprio ieri un cliente che sta progettando una sua attività autonoma per poter lasciare finalmente un’azienda dal clima decotto e tossico.
C’è un principio solido in psicologia che afferisce alla teoria della valenza dell’aspettativa che sintetizzato ci dice che non punteremmo mai ad alcun obiettivo che, anche in maniera subconscia, non sapremmo di poter realizzare in qualche modo.
Questo significa che nel tuo subconscio esiste una sequenza di condizioni e azioni, in cui quell’obiettivo è effettivamente realizzabile.
Che cavolo vuol dire “troppo” per te? Se ogni tanto questa cosa Ti sembra “troppo”, è forse necessario che tu ripensi ai momenti in cui invece scorgervi le potenzialità, l’applicabilità, e i risultati che vedevi all’inizio.
É un troppo tuo, o è un troppo che hai sentito nascere dopo che qualcun altro ti ha gentilmente offerto il suo parere, o hai fatto il brainwashing quotidiano Social + TG + TV?
Cosa dovresti fare nei momenti di dubbio?
Affrontare la cosa su due piani: uno strategico ed uno mentale.
Prima di tutto abbracciando uno dei concetti base nella risoluzione di problemi: fare le cose, semplicemente, passo-passo.
Poi, rispolverare alcuni strumenti che si utilizzano in consulenza SWOT e PEST Analysis (li conosci?)
Lavorare quindi a fondo sulla parte SANA del provare paura di fronte ad un obiettivo ambizioso, insolito e che trascenda ciò che consideri comune, ordinario.Tutto sta nel predisporti ad “essere” quello che desideri essere, a scatenare creatività e ingegno e capire che la paura stessa può essere una forte leva motivazionale e motrice per andare oltre l’ordinario, quando l’ordinario ti fa schifo.
O andiamo oltre le nostre abitudini, i nostri preconcetti e i nostri sistemi di credenze, ai quali spesso siamo TUTTI “attaccati” come cozze, non perché siamo stupidi, ma perché ci hanno dato sicurezza e hanno funzionato in alcuni periodi della nostra vita, o continueremo a considerare come “troppo” quelle cose che non richiedono altro che fare quel passo in più che normalmente non faremmo.
Le aspettative, che siano alte o basse, non fa differenza.
Fa differenza e tanta, il fatto che siano LE TUE o non quelle di qualcun altro.
Alla prossima
Davide
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Un piccolo Disclaimer: Stiamo combattendo il dilagare della cialtronaggine nonché la presenza sempre più sostanziosa di fuffologi e tuttologi sui social. Fenomeno che riguarda in particolare il mondo della consulenza, delle relazioni d’aiuto psicologiche e fisiche, e dei percorsi di supporto e sviluppo di progetti individuali, di gruppi e di organizzazioni. Questo ci porta a dover esplicitare l’ovvio molto più di quanto non facessimo in passato. Motivo per cui abbiamo deciso, laddove lo spazio dei post lo consenta, di inserire sempre i riferimenti teorico scientifici a cui facciamo riferimento quando riportiamo esempi di intervento e/o divulgativi. Nel post di oggi, indicato anche nel frame precedente a questa storia, ho fatto riferimento alla teoria della valenza dell’aspettativa di Vroom. Sempre a disposizione per chi vuole approfondire ed aderire.
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Dott. Davide Etzi
Psicologo del lavoro e delle organizzazioni, Neuro Economista manageriale e dell’organizzazione aziendale, Executive Coach PCC ICF – Founder e Managing Director di Humanev®
(Persone, Processi e Profitti, in quest’ordine e con questa priorità)